Novembre: voglia di piatti caldi

Si avvicina la fine dell’anno: in questo periodo un minestrone di porri è proprio quel che ci vuole. E per chiudere il pasto in dolcezza, un’arancia fresca è una piccola bomba vitaminica che rafforza le difese immunitarie.

Il porro: un ortaggio invernale ricco di minerali e vitamine

Pare che il porro sia originario dell’Asia centrale e che si sia diffuso in Europa grazie ai Romani. Molto amato in Gran Bretagna, oggi è considerato la verdura simbolo del Galles. Trattandosi di un ortaggio invernale resistente al gelo, cresce solitamente all’aperto ed è di stagione da ottobre a maggio. Lo si raccoglie però tutto l’anno e quindi è disponibile anche negli altri mesi.

Le sue sostanze nutritive si suddividono nelle diverse parti del gambo: l’estremità verde è ricca di vitamine, mentre quella bianca contiene parecchi sali minerali. Vale dunque la pena di mangiare il porro da cima a fondo, recidendone solo la parte superiore (verde), leggermente più dura.

Porri: ortaggi invernali ricchi di vitamine.

Il porro va pulito accuratamente

Se tenuto al fresco e al buio, il porro si conserva fino a quattro settimane. Affinché non perda il proprio sapore, tuttavia, è meglio consumarlo entro la prima settimana. Per pulirlo, è necessario tagliare il gambo per il lungo e sciacquarlo bene tra una foglia e l’altra, perché durante la coltivazione viene ripetutamente coperto di terra per mantenerne bianca la parte inferiore.

Poiché il porro è imparentato con la cipolla, quando lo si taglia può strappare qualche lacrima. L’abbinamento tra porri e patate è alla base di svariate minestre, ma il sapore del porro dà il meglio di sé anche nelle salse a base di panna.

L'essenziale in breve

  • Ortaggio invernale resistente al gelo, di stagione tra ottobre e maggio 
  • La parte verde del gambo è ricca di vitamine, quella bianca di sali minerali 
  • Se tenuto al fresco e al buio, si conserva fino a quattro settimane 
  • Ottimo nelle zuppe o nelle salse a base di panna

L'arancia: la star degli agrumi

L’arancia: la star degli agrumi

L'arancia è originaria del Sudest asiatico. In seguito si diffuse in India e da lì nel resto del mondo. Le arance che noi Svizzeri acquistiamo e consumiamo soprattutto in inverno provengono in gran parte dal Mediterraneo. Una curiosità: la pellicina bianca tra la buccia e la polpa contiene sostanze vegetali secondarie efficaci contro le infiammazioni e per abbassare la pressione.

La maggioranza delle arance raccolte viene trasformata in succo. In questa forma, le vitamine sono più facilmente assimilabili dall’organismo. Le arance sono note per l’elevata quantità di vitamina C: un frutto di medie dimensioni copre il 130% del fabbisogno giornaliero consigliato.

Un frutto dal nome tutt'altro che meritato

Diversamente da quanto si pensa, la caratteristica tinta arancione non indica che il frutto è maturo, bensì che è stato esposto a basse temperature o sottoposto a stress. Poiché nei paesi europei il colore verde è associato ai frutti acerbi, le arance provenienti dalle regioni calde vengono spesso trattate con sostanze chimiche. Oltre a comportare un inutile consumo energetico, la deverdizzazione priva le arance non solo del loro colore originario, ma anche, in parte, del gusto, motivo per cui in Svizzera la procedura è vietata. Tuttavia ai dettaglianti è permesso di acquistare e commercializzare frutti sottoposti a questo trattamento. Naturaplan rinuncia interamente alla deverdizzazione, poiché essa contravviene alle direttive Bio Suisse ed è inconciliabile con il principio della sostenibilità. Per questo la disponibilità di arance è limitata nel tempo, a ulteriore garanzia della loro freschezza.

L'essenziale in breve

  • Contiene una quantità di vitamina C superiore alla media 
  • Si conserva da 1 a 2 settimane 
  • Si consuma in genere sotto forma di succo 
  • Il colore arancione è ottenuto mediante basse temperature o stress

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